I burattini di Riccardo foto Luca Bolognese

La campanella suonata dai burattinai, indica l’inizio dello spettacolo, l’istante che precede l’apertura del sipario, il magico momento che i bambini tanto aspettano, il solo richiamo che zittisce il pubblico e costringe a testa in sù, facendo apparire i sorrisi e le prime espressioni incantate che a bocca aperta si fanno trasportare nella storia.

I burattini di Riccardo foto Luca Bolognese

I burattini di Riccardo foto Luca Bolognese

I burattini di Riccardo foto Luca Bolognese

I burattini di Riccardo foto Luca Bolognese

I burattini di Riccardo foto Luca Bolognese

La tradizione vuole che i burattini si colpiscano tra di loro con dei bastoni o che si facciano sbattere con la testa contro la base del palcoscenico, provocando un gran rumore e tanto divertimento tra i bambini che aspettano con entusiasmo questo momento.

I burattini di Riccardo foto Luca Bolognese

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I burattini di Riccardo foto Luca Bolognese

I burattini di Riccardo foto Luca Bolognese

La Compagnia utilizza personaggi scolpiti e dipinti a mano da Riccardo Pazzaglia.Il legno utilizzato è il pino cembro o cirmolo, il banco su cui oggi lavora è appartenuto al Maestro Burattinaio Demetrio Presini di cui Riccardo è stato ultimo allievo. Per la lavorazione del legno si usano rafetto, sega, scalpelli, sgorbie, raspe, carta vetrata e un trapano per forare il collo. L’usura del tempo e il continuo impiego dei burattini negli spettacoli portano inevitabilmente a un lento deterioramento. Proprio per questo, Riccardo e il suo staff, hanno imparato ad aggiustare e restaurare le loro creature.

I burattini di Riccardo foto Luca Bolognese

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Del burattino solo la testa e le mani sono in legno quindi molto importante è la confezione dell’abito che ne costituisce il corpo. In questa fase del lavoro è fondamentale il reperimento di stoffe e materiale di recupero per l’abbigliamento dei burattini. Il vestito interno è detto buratto, guanto o camiciotto; è praticamente la sottoveste, la parte che sta a contatto con la mano dell’animatore. La parte esterna, cioè il costume che vede il pubblico è curato nei minimi particolari. Riccardo Pazzaglia, stilista dei propri attori di legno, segue la creazione dei vestitini dall’ideazione dei modelli alla scelta delle stoffe e degli accessori. Tocca poi alle pazienti sartine cercare di soddisfare le pretese del capocomico; nel tempo si sono avvicendate le nonne di Ric- cardo, Loredana Ribani e Maria Milani, ora la mamma Tiziana Orsi e Marisa Monari (mamma di Milena) con il prezioso contributo della signora Dina Dalfiume, compiono queste delicate mansioni.
Queste sante donne non vestono solo i burattini ma anche i casotti cucendo sipari e assemblando damaschi per coprire e adornare le strutture atte per gli spettacoli.

I burattini di Riccardo foto Luca Bolognese

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Il casone è una struttura a forma di parallelepipedo costituita da un telaio, quasi sempre in legno, ricoperto da stoffa e sormontato da cornici frontali, quinte e sipario. Un vero e proprio teatro con un sottopalco alto quanto il burattinaio. La Compagnia è fornita di alcune strutture diversificate per dimensioni, colori e tipologie di montaggio dove possono agire fino a cinque burattinai. Tutti i casoni sono attrezzati di impianto di illuminazione e amplificazione, che bisogna montare e smontare per ogni spettacolo.
Alcuni, più grandi e imponenti, come il Castelor, si utilizzano per delle rassegne, in modo da tenerli montati per lunghi periodi, altri più semplici, come l’ Ovduri, si montano prima dello spettacolo e si smontano dopo che il pubblico ha lasciato la sala.

I burattini di Riccardo foto Luca Bolognese

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Ogni spettacolo della compagnia di Riccardo, termina con un balletto dei burattini che coinvolge tutto il pubblico e trasmette la gioia del momento ai bambini, che si lasciano trasportare, ballando attorno al casone. Con la musica ancora in corso, quando i piccoli sono ancora in estasi, Riccardo e Milena portano i burattini all’esterno, da far toccare e guardare da vicino. I bimbi impietriscono, s’incantano e si bloccano catturati dalla magia.

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I burattini di Riccardo

Riccardo Pazzaglia è stato l’ultimo allievo del Maestro PRESINI Demetrio in arte “Nino”, il grande maestro burattinaio ancora nella memoria dei bolognesi. A Bologna, in Piazza Trento Trieste sorge Largo Demetrio Presini - burattinaio bolognese, la cerimonia ufficiale per l’intitolazione è avvenuta Sabato 20 novembre 2010.
Presini è stato colui che ha concluso il periodo storico degli spettacoli di piazza proprio in Trento Trieste, luogo per gli spettacoli estivi dei burattini per antonomasia. Presini ha saputo tenere viva l’attività di burattinaio rivolgendosi, nel tempo, sempre piu' al pubblico dell’infanzia. Il suo nome torna in quella piazza che egli stesso definiva “mondiale” proprio per la sua specifica funzione di ospitare le baracche dei burattinai bolognesi. Il giardino è stato intitolato a chi, davanti al suo teatro, ha fatto divertire, riflettere e crescere generazioni e generazioni. Diplomato al Liceo Artistico Arcangeli e laureato in scenografia all’Accademia di Belle Arti di Bologna oggi Riccardo Pazzaglia si occupa personalmente dell’ideazione e dell’esecuzione dei fondali.
Anche per questo le ispirazioni possono essere molteplici vecchie stampe, foto o illustrazioni.Le scenografie dette appunto fondali poiché posti in fondo al teatro, dietro gli attori, sono grandi dipinti che Riccardo realizza su tela di lenzuolo e servono a dare allo spettatore l’idea immediata di dove si svolge l’azione. A volte lo spettacolo prevede parti delle scenografie mobili o staccate dal fondale questi sono detti spezzati e possono essere realizzati anche in cartone o altri materiali in genere più rigidi della tela.Le luci soffuse del teatrino lasciano intravedere ora i palazzi dell’antica Bologna, ora i poveri muri della casa di Fagiolino, ma anche i ricchissimi saloni reali dove sono ambientate le favole più belle. Essere burattinai significa avvalersi, per il proprio lavoro, di svariate arti ed innumerevoli mestieri! Occorre saper dipingere e verniciare, scolpire, modellare, restaurare, curare la regia e la sceneggiatura, imitare, recitare e ancora essere sarti, falegnami, elettricisti. Molto impegno occorre nella ricerca del materiale e nella realizzazione di tutto ciò che serve per poter sostenere e divulgare con qualità questa affascinante tradizione.



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