Otranto_Madonna dell'Altomare

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Gli otrantini sono devoti alla Madonna dell’Altomare, da quando, durante un’invasione turca del 1480, un’icona della Madonna trafugata, fece ritorno al paese su una barca spinta dalla corrente.

Il primo weekend di settembre, la popolazione rende omaggio alla Madonna con solenni festeggiamenti, conducendo la statua in una suggestiva processione in mare.
Questa usanza deriva da un’antica leggenda legata alla triste vicenda dell’invasione turca nel 1480.
Si narra che la statua venne trafugata dalle truppe ottomane e condotta lontano.
Una giovane otrantina, ridotta in schiavitù presso il Califfo, lo supplicò ripetutamente di liberare l’icona sacra, rinunciando a qualsiasi pretesa sulla propria liberazione.
La statua venne allora posta su un’imbarcazione, senza equipaggio, e attraversò il Canale d’Otranto.
Vedendola arrivare, i pescatori tentarono invano di raggiungerla, riuscirono a recuperarla solo quando, da sola, entrò in porto tra i festeggiamenti degli Otrantini.
La Madonna di Otranto divenne da quel giorno la Madonna dell’Altomare.

La chiesa della Madonna dell’Altomare, uno dei punti più preziosi di Otranto, diventa centro spirituale dell’intera cittadina durante i festeggiamenti in onore della Vergine.
Fu edificata nel Seicento e restaurata nel 1744, come ricorda l’epigrafe posta sulla facciata.
L’interno, a navata unica, presenta l’altare dedicato alla Vergine.
Tutte le decorazioni richiamano la tradizione marittima: il pavimento a mosaico è decorato al centro con una stella di tradizione marinara, circondata da nodi Savoia o ad otto.
Tutti gli arredi, anche l’illuminazione, richiamano ai temi del mare: dal cavalluccio marino al delfino, dall’ancora alla conchiglia, quest’ultima che riunisce una doppia simbologia: legata al mare da una parte e all’iconologia della perfezione dall’altra.
Nonostante la semplicità della chiesa, la devozione e l’attaccamento che gli otrantini nutrono per la Madonna dell’Alto Mare è profonda e di antiche origine.

Terminata la celebrazione della messa, presieduta dal Vescovo di Otranto, parte una lunga processione con la statua della Madonna, accompagnata dall’associazione Marinai d’Italia, che viene imbarcata al “Fascio”, su una peschereccio dei pescatori idruntini per continuare la processione a largo.
Oltre alle barche dei fedeli, la Vergine viene scortata da alcuni marinai, ai quali è affidata la corona che verrà gettata in mare, in memoria di tutte le sue vittime.
Il corteo, dopo il lancio della corona di alloro, per commemorare quanti hanno perso la vita in mare, ritorna a terra, al porto, da dove la maggior parte dei fedeli partono per accompagnare il rientro della Vergine nella sua cappella.

 

 

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