Roberto Regazzi - liutaio

Per me diventare liutaio credo sia stata una scelta di vocazione.
Fin da bambino avevo una forte propensione verso il suono e tutte le sue manifestazioni; ero totalmente attratto dalla sua capacità descrittiva ed evocativa, anche e non necessariamente nella sua forma musicale. Quando poi in gioventù mi sono avvicinato ad essa, prima con lo studio del pianoforte e poi con la pratica della chitarra da accompagnamento, la predisposizione ad arrivare a costruirmi i miei propri strumenti era già scritta nelle cose.
Dopo aver trovato un maestro meraviglioso col quale studiare molte delle tecniche e dei segreti del mestiere, Otello Bignami, sono stato fortunato perchè da quando ho aperto la mia attività professionale -nei lontani anni ‘70-, sono sempre riuscito a guadagnarmi da vivere facendo fino in fondo quello che mi è sempre piaciuto: dare forma ad un ideale di suono che può essere utile a qualcun altro a guadagnarsi pure da vivere con la musica. Questo percorso implica una stretta relazione con i materiali da usarsi ed una speciale simbiosi con i nostri clienti. Come si può spiegare la profonda percezione del legno in base al suo sempre unico profumo, ai suoi colori ed alla sua reazione sotto le dita? E come descrivere la gioia quando l’anima vagabonda del musicista trova intima risonanza nelle nostre creazioni? ..
Non esiste egual voce di due violini sulla faccia della terra, come non esistono due identiche interpretazioni della stessa idea musicale di un compositore attraverso i secoli: noi siamo immersi in questo universo di molteplicità di volti e manifestazioni della bellezza e chi è artista come noi ci riconosce, per ricreare insieme continuamente l’essenza della sua eterna magia.
Nei violini -che a un occhio profano potrebbero apparire tutti uguali- sono le piccole differenze che influenzano tantissimo la loro acustica: il nostro è un viaggio quasi maniacale dentro tutti questi dettagli per arrivare a gestirli con personalità, armonia e coerenza.
E’ per questo scopo ultimo che nella mia bottega, sempre permeata di musica e di suoni, io mi percepisco come dentro un santuario ove il rito della costante ricerca del più bello non ha mai fine. E questo illuminato divenire è per me già una specie di paradiso.

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